sabato 25 ottobre 2008

fran

non fermarmi ora
pendo dai miei equilibri instabili risvegliati da un incanto di emozione
non riconosco la paura del sole fioco autunnale
nel sentire le mie parole tremare davanti ad occhi che non so descrivere
non permetterò che la paura di lasciare mi fermi dall'andare
se non vivi le situazioni a pieno per paura della partenza e della discontinuità degli eventi
non vivrai mai
il mondo è tondo,le emozioni girano
e le troveremo sempre lì
forse proprio dove e come le abbiamo lasciate
osservo rose dipinte chissà quanto tempo fa su tele anonime senza un perchè che racchiude tutte le ragioni del mondo
c'erano prima che ci fossi io prima che potessi pensare ed amare
e foglie secche cadute,vive prima che io mi accorgessi di loro,

tutto c'è,mi accorgo di palpare la vita,

tutto c'è

mi rinfresco con la pazzia che mi diverte
mi asciugo con sorrisi che non muoiono
come il mio,come il tuo
come l'affetto dei nonni che mi carezzano la testa
sento aria fresca di un inverno che si fa desiderare
e osservo di notte la pioggia sporca scorrere sui vetri di gabbie cementificate
esco e mi bagno dell'odore della mia città
ma dimmi poi che senso ha correre?
con tanta fretta nel dimenticarti chi sei,non sai più difenderti




esco mi bagno e rido come matta sola sotto la pioggia di una notte che mi aiuterà a lavarmi delle mie paure
non farti del male
non voglio stare sulla soglia a masticare l'amaro della società civilizzata così malamente
posso dirti forse che tornerò
non so dirti perchè,perchè amo per condividere le mie emozioni


ognuno fa quel che vuole in fin dei conti.

la storia va scritta

ci sono momenti piatti in cui mai avresti pensato di sapere
di sapere da principio che tutto porta a una cosa sola
che tutte le energie sono vive
siamo tutti collegati attraverso emozioni parole e arte
solo che spesso nel guardarci per la strada,ancora non lo sappiamo




"..A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quar to, fran. Non si capisce È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave". Ci rimasi secco."
(da Novecento di Alessandro Baricco)

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