sabato 13 febbraio 2016

MUTE

Ultimamente non scrivo più, me ne sono accorta, me lo sono tirato sui denti più e più volte, il mio sguardo accusatorio verso me stessa.
Ma non ho più niente da raccontarmi, o meglio, avrei un sacco di cose da raccontarmi, ma metto tutto in MUTE e infilo la testa sotto terra, nella speranza, vana e ridicola, che tutto migliori.
Sicuramente non migliorerà con la mia testa a rovescio ed il culo di fuori.
A mezzanotte ceno, ceno sola, perché ci sono tante cose che mi lasciano insoddisfatta, troppe persino per elencarle, troppi i momenti in cui aspetto solo che tutto esploda.
 Il cambiamento distruttivo, l'ho capito, è l'unico di cui sono capace. Quello in cui non solo molli tutto, ma lo distruggi, calpesti probabilmente, per star inconsciamente sicura che non ci sarà mai più la maniera di migliorare, modificare, riprovare.
Ah! Questo vuoto dentro, così pieno di caos, di incertezze, inadeguatezze, insicurezze.
Quanto rumore fà, tutto questo silenzio.
Comunque faccio bene a non scrivere, tanto quanto faccio bene a farlo ora, tanto nessuno legge.
Nemmeno tu.